Corniglia presenta sostanziali differenze rispetto alle caratteristiche delle altre località delle Cinque Terre: forte infatti è la vocazione agricola del paese, più legata alla terra che al mare, anche se identici ed unici rimangono gli scenari che si possono scorgere, in un territorio creato e plasmato nei secoli dall’opera sinergica dell’uomo e la natura.
Data la sua particolare posizione, borgo di mezzo posto in posizione dominante, dal paese è possibile scrutare tutto il territorio circostante. Due sono i punti panoramici assolutamente da non perdere: il primo è posto sulla piazza del Fosso, con vista sulla parte orientale delle Cinque Terre, il secondo lo incontriamo al termine del caruggio principale del paese, via Fieschi, e viene chiamato semplicemente “il Belvedere”. Da qui la vista spazia verso ponente sino al promontorio del Mesco, scrutando verso monte si può ammirare la frazione di San Bernardino, dove troviamo il Santuario di Nostra Signora delle Grazie. Di recente costruzione, l’edificio è frutto della ristrutturazione ottocentesca di una precedente cappella costruita nel XV secolo.
Nella parte alta del paese è situata la chiesa di San Pietro, uno dei monumenti religiosi più interessanti di tutta la zona. Di stile gotico ligure la costruzione risale al XIV secolo ed ingloba nel fianco settentrionale la facciata di un edificio sacro più antico, risalente all’XI secolo.
L’accessibilità al paese è un po’ più “faticosa” rispetto alle località limitrofe, per chi arriva via mare o col treno infatti è necessario percorrere la “Lardarina”, una lunga scalinata di mattoni composta da 33 rampe con 377 gradini.
Corniglia è insieme a Monterosso il borgo che dispone di più litorale balneabile, sono tre le spiagge dov’è possibile tuffarsi e godersi un meritato relax. Lo spiaggione di Corniglia è la seconda spiaggia più lunga delle Cinque Terre, lunga circa un chilometro e costituita da grossi ciottoli e ghiaie, è facilmente raggiungibile a piedi in circa 5 minuti dalla stazione ferroviaria. Una menzione particolare va data sicuramente alla spiaggia di Guvano, oggi purtroppo praticamente raggiungibile solo via mare.
Qui i fondali offrono notevole interesse per gli appassionati dell’immersione, in quanto gli innumerevoli anfratti creati dalla frana che dà il nome alla spiaggia, che giunge fino a una profondità massima di 18 metri, sono un ottimo rifugio per murene, grossi gronghi, piccole aragoste e triglie. Incastonati fra i massi presenti sul fondale si possono osservare esemplari di Pinna nobilis ricoperti da coloratissime spugne.